STORIA DEGLI STRUMENTI DI PUBBLICISMO
A cura di: Gian Luigi Pezza  
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Lezione 4

Storia del giornale

Le Gazzette

Nel XVII secolo gli Avvisi, che nel secolo precedente erano usciti non a scadenza fissa ma solo quando lo richiedeva l'interesse per un avvenimento, diventano periodici, dapprima con cadenza semestrale, poi mensile, quindi settimanale. Nascono così quelle pubblicazioni alle quali viene dato il nome di Gazzette, considerate ormai dalla dottrina giornali (1) nel senso odierno del termine.

Le prime gazzette a stampa compaiono all'inizio del secolo XVII ad Anversa, Augusta e Strasburgo; nel giro di una quindicina d'anni si diffondono anche nelle città di Amsterdam, Parigi, Francoforte, Londra e Madrid.

Oltre alla periodicità, altra caratteristica della Gazzetta è di avere un nome o, come siamo oggi abituati a dire, una testata.

Così la pubblicazione settimanale di Strasburgo si chiama Aviso-Relazion oder Zeitung quella di Francoforte Frankfurter Journal, quella di Londra The Weekly News, quella di Madrid Correos de Francia.

In Italia le prime gazzette vedono la luce qualche anno più tardi e la priorità spetta alle città di Firenze e di Genova immediatamente seguite da Roma e da Venezia. Anzi proprio a Venezia si deve il nome di "Gazzetta", che si diffonde in tutta l'Europa, in quanto le pubblicazioni periodiche venivano vendute al prezzo di una gazeta d'argento (2). Ma anche in altre città escono i primi periodici: Mantova, Parma, Torino, Bologna, Messina e Rimini. Le testate hanno i nomi più vari e fantasiosi, si va da Il Sincero di Genova e I successi del mondo di Torino, al Rimino di Rimini.

In Francia un uomo politicamente illuminato come il Cardinale Richelieu anziché contrastare il fenomeno delle gazzette decide di farlo suo concedendo, nel 1631, a Monseur Teofrasto Renaudot il privilegio, trasmissibile agli eredi, di pubblicare la Gazette de France. Questa pubblicazione ebbe gran successo (3) e fu seguita da altre come il Journal de Savants (1665) e dal Mercure Galant (1672), quest'ultimo dedicato alle cronache mondane, teatrali e letterarie. Queste gazzette costituiranno per oltre un secolo il modello dell'intera stampa europea, controllata dal governo. Come abbiamo visto i contenuti delle Gazzette erano vari, tuttavia era bandito qualsiasi accenno alla politica, tutt'al più l'autorità tollerava che si scrivesse di politica purché relativa ad altri paesi. Di conseguenza ebbero gran fortuna le gazzette stampate nella vicina Olanda che venivano nascostamente introdotte in Francia. Sembra che addirittura il re si facesse leggere regolarmente le pubblicazioni da lui stesso vietate.

In Europa si riproponeva un doppio mercato, come al tempo degli Avvisi, e così accanto alle Gazzette privilegiate, così chiamate perché autorizzate dai governi, erano diffuse, nonostante i pericoli (4) cui andavano incontro mercanti e gazzettieri, sia le gazzette che arrivavano clandestinamente dai paesi vicini, sia quelle che venivano stampate o manoscritte di nascosto.

La stampa periodica si sviluppa ulteriormente nonostante le difficoltà di ottenere le autorizzazioni, la censura e le minacce contenute nelle bolle papali (5)

In Italia le prime esperienze di giornalismo letterario si hanno a Roma con Il giornale dei letterati (1710) e in misura maggiore a Venezia che, grazie al tipografo Aldo Manuzio e ai suoi discendenti, diviene il maggior centro dell'arte della stampa.


(1) La parola giornale deriva dal latino diurnalis e quindi, in senso stretto, è sinonimo di quotidiano. In senso lato come scrive Carlo Casalegno "Per potersi chiamare giornale, un foglio deve rispondere a quattro condizioni: 1) essere stampato; 2) apparire con una periodicità regolare; 3) venire diffuso tra il pubblico; 4) raccogliere anzitutto notizie, e subordinatamente commenti, sui fatti del giorno"; (Il giornale, ERI, Torino, 1957).

(2) Moneta da due soldi in uso nella Repubblica di Venezia. Secondo alcuni l'origine del nome Gazzetta potrebbe derivare dalla deformazione della parola tedesca Zeitung.

(3) All'inizio la diffusione del giornale non arriva a mille copie ma l'introduzione di piccoli annunci commerciali a pagamento consentirà all'editore di ridurre il prezzo del giornale e di renderlo più attraente; nel 1672 conterà 12.000 abbonati. Cesserà le pubblicazioni solo nel 1914.

(4) Le pene erano particolarmente severe comprendendo anche la morte.
(5) Una bolla del 1691 accomunava i gazzettieri a "giocatori, biscazzieri, meretrici e donne disoneste che vanno in carrozza".


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Theorèin - Giugno 2004